Perseguitato da pensieri blasfemiLe mie paure sul peccato imperdonabileArrabbiato con Dio, eppure in cerca del suo amore; spaventato che il mio peccato fosse imperdonabile, eppure desiderando la vita eterna; alla fine ho trovato pace con Dio
Questa testimonianza è di un 28enne che preferisce restare anonimo Quattro anni fa, dopo molti problemi personali, depressione, tendenza all'omosessualità
(nei miei pensieri), e una crescente incredulità verso Dio, sentii la necessità
di conoscere Dio.
Pregai, Pregai e chiesi aiuto e perdono al Signore, piangendo per i miei peccati.
E Lui rispose. Cristo cambiò la mia vita, i miei pensieri, cancellò la depressione
e l'omosessualità dalla mia vita, mi diede una pace così grande,
la gioia di chiamare Dio "Padre". Fece di me una nuova creatura. Poco tempo dopo, mentre stavo leggendo la Bibbia, Satana cercò di convincermi
che non potevo essere perdonato a causa dei miei peccati passati, ma il Signore
mi aiutò. Il dolore fu terribile: fino a quel momento, avevo sentito costantemente una
forte comunione con il Signore, bramavo il Suo amore e desideravo la Sua volontà
più di ogni altra cosa. Ma in quel momento mi sentii come un bambino rifiutato
da suo padre. Non capivo che era Satana che stava cercando di ingannarmi per farmi
accettare le sue menzogne come aveva fatto con Gesù nel deserto. Inoltre,
non sapevo cosa fare contro quei pensieri, pensavo di essere l'unico cristiano
al mondo ad essere in quella situazione. Provai una forte depressione, dolore, confusione. Piansi per settimane chiedendo
a Dio di non abbandonarmi. Lo amavo ancora e in qualche modo sentivo che Lui non
mi aveva abbandonato, ma ero come in un fosso e non sapevo cosa stava accadendo
fuori. Pian piano cominciai a provare amarezza e risentimento verso Dio, ma poi Gli
chiedevo di perdonarmi, e questo si ripeteva più e più volte. Pregavo
incessantemente, ma ogni volta con meno fede di prima. Quei pensieri blasfemi
si moltiplicarono e mi sentii senza forze. L'incredulità verso l'amore
di Dio per me cresceva; credevo ancora che Lui fosse un Dio d'amore e che amasse
tutti gli altri, ma non me. In quei mesi il Signore mi aiutò facendomi conoscere le storie di persone
che avevano commesso gravi peccati contro di Lui e che si erano allontanati, e
che non furono abbandonati da Dio. Mi fece anche trovare due sermoni, uno di George
Whitefield e uno di C.H. Spurgeon, che parlavano proprio del mio problema: io
pensavo che fosse qualcosa che stava accadendo soltanto a me, e invece lì
era chiaramente descritto come un comune attacco del maligno. Il Signore mi aiutò
anche in molti altri modi. Cominciai allora a capire che era una prova e che Dio non mi aveva abbandonato,
e Gli chiesi perdono e aiuto. Ma i mesi trascorsi nel risentimento e nell'amarezza
avevano indebolito la mia fede. E quando quei pensieri tornarono più forti
e più intensamente, non riuscivo più a credere che era Satana. Pensavo
che fossi io, che il mio cuore fosse troppo malvagio. Così caddi di nuovo nello scoraggiamento, incredulità, depressione,
pianto. Continuavo sempre a pregare e a chiedere aiuto a Dio, ma quasi senza fede.
Ogni tanto mi rendevo conto che Dio non mi aveva abbandonato, ma in quei momenti
mi ricordavo della mia irritazione verso Dio, la mia incredulità e i miei
fallimenti, e pensavo che Dio non poteva più accettarmi. Ma gradualmente il Signore mi aiutò e mi ristorò, e chiesi nuovamente
aiuto a Dio. L'anno scorso Egli mi fece conoscere un fratello in Cristo che mi
invitò alla sua comunità. Molte comunità nella mia zona sono
fredde o fuori dottrina, ma quando entrai in quella sentii subito l'amore di Cristo
in quel luogo e in quelle persone, così restai. Mi sentivo rinnovato, ma dopo qualche tempo mi capitò di attraversare
un periodo di aridità; pregavo e cercavo la comunione col Signore ma non
la trovavo. Cominciai a vedere parte del prolema: anche se sapevo ciò che
Gesù aveva fatto per me, e le Sue promesse, ora quelle cose mi sembravano
lontane. La mia fede aveva cominciato a basarsi sui miei sentimenti e su delle
regole, anziché sulle promesse di Dio. Questa non era la vita che avevo conosciuto. Tutto ciò addolorò
la mia anima al punto che per alcune settimane ebbi nuovamente del risentimento
verso il Signore. Mi pentii di quei pensieri, perché so e ho conosciuto
che il Signore è veramente amore. Ma con questo avevo collezionato un'altra
caduta. Queste prove furono dure per la mia poca fede, così quando non
sentivo la presenza del Signore dimenticavo facilmente il suo aiuto e le sue promesse,
e finivo nuovamente preda del nemico. A volte guardando indietro e mi rendo conto
di tutte le mie cadute mi scoraggio, e penso al popolo d'Israele quando nel deserto
dopo aver visto le meraviglie che il Signore aveva fatto per amore loro, indurirono
i loro cuori al punto che dovette abbandonarli. [Commento di Grantley: E' frequente quando ci si sente sconfitti interpretare
le azioni di Dio negativamente. In realtà, il Signore non abbandonò
il popolo d'Israele nonostante la loro mancanza di fede in Lui. Egli semplicemente
continuò a farli camminare nel deserto dove miracolosamente continuava
ad occuparsi e a provvedere per loro.]
A volte mi chiedevo se Dio potesse mai perdonarmi e ristorarmi, e anche se
sapevo ciò che Lui aveva fatto in passato, non avevo la forza di rialzarmi
e andare a Lui con fede.
Così, quasi non potevo credere ai miei occhi quando ho trovato le pagine
di Grantley sul peccato imperdonabile e sui pensieri blasfemi! Descrivevano precisamente
la mia condizione, mi furono di conforto e mi spiegarono come uscirne. Da allora
ho chiesto perdono al Signore e ora sono libero!
Come Christy (la ragazza che ha raccontato una testimonianza simile alla mia),
avevo tenuto segreto il mio problema. Non avevo mai detto niente alla mia famiglia,
ai miei amici, alla mia chiesa, perché pensavo che nessuno avrebbe potuto
capirmi. E la parte più triste è che stavo negando a me stesso l'aiuto
di cui avevo così disperatamente bisogno. Non potevo portare quel peso
da solo, e senza un aiuto finivo più facilmente preda delle bugie di Satana.
Avevo addirittura pensato che potesse essere una forma di possessione, che avevo
perduto la salvezza, e così via. Come Christy, so cosa significa sentirsi
sfinito mentalmente, e avvilito da quei pensieri terribili. A volte anche l'idea
del suicidio mi passò per la mente.
Anche se tutto era iniziato con quei pensieri blasfemi, il problema lentamente
cambiò quando cominciai a pensare che il Signore non potesse perdonarmi.
Mi sentivo troppo indegno a causa delle mie reazioni, incredulità, mormorii,
ecc. e credevo che il Signore mi avesse abbandonato. Persi così tanto perché
mancai di credere alle promesse di Dio. Ora, so che quelle promesse sono per tutti,
anche per me.
Not to be sold. © Copyright, 2004, Grantley
Morris. Not to be copied in whole or in part without citing this entire paragraph.
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